Effetto alone nelle scommesse
Molte persone scommettono intuitivamente, basandosi su ciò che sanno o presumo di sapere su di una particolare squadra o giocatore, continua a leggere per comprendere quanto sia fuorviante l’effetto alone nelle scommesse.
Per la maggior parte delle persone, queste descrizioni lasciano un’impressione più favorevole di Andrea rispetto a Luca. Questa è una strana valutazione dato che le loro caratteristiche elencate sono identiche ma presentate in ordine diverso.
Invece di riconoscere che l’unica differenza è nell’ordine in cui i dati vengono ricevuti, il lato pigro della nostra mente (spesso indicato come Sistema 1) cerca una coerenza nella valutazione al fine di costruire rapidamente una narrazione coerente.
Il tratto positivo iniziale – Andrea è intelligente – ci spinge a interpretare questi ultimi tratti a sostegno di questa visione, al contrario dell’invidioso Luca. Questo è noto come effetto Alone.
“Questo accade anche nelle scommesse, per le quali il giudizio viene distorto dall’ordine in cui vengono acquisite le informazioni”
Cosa è l’effetto alone
Cosa c’entra questo con le scommesse? Prova a sostituire Andrea e Luca con due squadre di calcio, e le descrizioni dei personaggi in risultati o prestazioni, ed è facile vedere come i giudizi delle scommesse siano distorti dall’ordine in cui le informazioni vengono acquisite.
Il motivo è in gran parte legato alla forza della nostra risposta emotiva agli eventi, che è maggiore quando fanno un’impressione più duratura.
L’effetto alone è un fenomeno di distorsione cognitiva tra i più comuni nell’ambito della psicologia, infatti lo possiamo osservare con una certa frequenza nella vita di tutti i giorni.
Consiste nel generalizzare una sola caratteristica o qualità, di un oggetto, di una squadra, di una cosa o di una persona, ovvero, estendere il giudizio positivo relativo ad una caratteristica a tutto ciò che riguarda l’oggetto, la squadra, la cosa o la persona in questione.
Il Milan degli ultimi 10 anni
Esempio concreto; La riverenza con cui si parla del Milan, li distingue da quasi tutte le altre squadre della nostra Serie A, e nella mente degli scommettitori si crea una sproporzione rispetto a una valutazione veramente obiettiva.
È un dato di fatto che il Milan sia una delle squadre piu titolate d’Italia e d’Europa, i rossoneri hanno vinto la Champions League 7 volte arrivando in finale in 11 occasioni – ma le loro 7 vittorie sono arrivate in tre distinti periodi storici: 1963-69, 1989-94 e 2003-2007, sono 13 anni che i rossoneri non vincono la coppa e dal 2014 non vi partecipano!
I loro periodi di successo a partire dall’età d’oro di Rivera per arrivare a quella dei vari Gullit e Van Basten sino a Shevchenko e Maldini hanno creato un “effetto alone” che distorce la percezione del reale valore odierno, per questa ragione si associa il Milan ad una grande d’Europa, dimenticandosi che sia ormai una nobile decaduta.
Le generazioni più giovani potrebbero avere meno familiarità con gli eventi di 10/20 anni fa, ma i media perpetuano l’idea (bias di conferma) dando cosi l’idea che il Milan sia sempre una squadra ultra competitiva.
Questa incoerenza della valutazione crea una narrazione coerente. “Il Milan ha vinto spesso in Champions League, quindi è una squadra molto forte”. Per questa ragione moltissimi scommettitori tendono a dare troppa fiducia al Milan attuale.
Vale lo stesso discorso per gli ex calciatori
L’effetto Alone spiega anche perché una quantità sproporzionata di credito viene data a famosi ex calciatori che diventano presto allenatori.
Non ci sono prove statistiche che essere un buon giocatore ti renda un buon allenatore, eppure sempre piu spesso, squadre anche di un certo livello, si affidano ad ex giocatori senza la minima esperienza pretendendo risultati istantanei.
Pippo Inzaghi, è stato un grande giocatore sia alla Juventus che al Milan, per questa ragione le aspettative nei suoi confronti come manager sono state fissate allo stesso livello dei suoi risultati da calciatore.
L’effetto Alone creato da Inzaghi nella sua carriera da calciatore, porta molti club, tifosi e scommettitori, ad aspettarsi più di quanto sia realistico aspettarsi dalla sua acerba conoscenza del nuovo ruolo.
L’effetto Alone sui pronostici
I tipster che studiano aspetti interessanti della psicologia come l’effetto Alone, possono esserne ispirati al punto da condividere le loro nuove conoscenze e competenze, studiare un pronostico con un’ottica diversa è sicuramente un plus.
Ma ciò non significa che alcuni Tipster possano modificare la propensione a collocare “aloni” nei loro pronostici. Il punto focale di questo articolo non è aver imparato una nuova cosa, ma se la nostra comprensione delle situazioni si è evoluta.
Mantenere lucidità di fronte ad una squadra piuttosto che ad un allenatore, gestire con attenzione l’ordine in cui vengono acquisite le nostre informazioni, farà una grande differenza in termini di pronostico, chi vuole migliorare come Tipster deve avere ben chiari questi importanti aspetti.